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Rassegna stampa! Corriere della Sera racconta Ida Tess, la sartoria di Parco delle Stagioni

Mentre la nostra futura sede, la bella Villa Donà, riprende forza… in un angolino di Motta di Costabissara a Vicenza prende forma Ida Tess, una sartoria davvero speciale. È una storia coraggiosa che ha voluto raccontare anche il Corriere della Sera!

Ed è proprio per Rabee che tutto è iniziato! Non avremmo mai pensato di avviare attività d’impresa sociale prima che la sede fosse ultimata. E non avremmo neanche mai pensato che la prima attività sarebbe stata la sartoria! Era un’idea tra le nuvole, anche perché il cucito è una delle poche attività su cui in famiglia non c’è alcuna autorevolezza. “S-cucivamo” sì! …spesso sulla spinta di idee di restyling di capi del nostro armadio… ma poi restavano opere incompiute!

Avevamo in mente che un giorno avremmo aperto un laboratorio in linea con il nostro progetto generale di rivalorizzazione; qui avremmo lavorato sul recupero dei tessuti, selezionati dagli scarti di aziende, a cui dare nuova vita, per confezionare capi belli e senza tempo, di cui innamorarsi… che a nessuno insomma sarebbe mai passato per la testa un giorno di buttare.

Poi un incontro fortunato a giugno 2021 con due ragazze interessate ad affiancarci per mettere a terra i pensieri ha accelerato i discorsi. E infine e soprattutto l’incontro con Rabee, sarto arrivato dalla Siria con la sua famiglia grazie a un corridoio umanitario, in cerca di impiego perché prossimo a uscire dal piano ministeriale che gli aveva garantito fino a quel momento vitto e alloggio: lui ci ha fatto decidere. A settembre 2021 abbiamo aperto l’impresa sociale, a novembre abbiamo aperto laboratorio e negozio in uno spazio in affitto… e Rabee era dei nostri.

È iniziata l’avventura. Con tutto da costruire da zero… dall’approvvigionamento della materia prima, dei macchinari per lavorare, ai modelli da sviluppare, alla scoperta di cosa saremmo stati in grado di fare con tessuti di cui non conoscevamo composizione né comportamento, e che in quanto scampoli o pezze andavano spesso uniti per essere di dimensioni sufficienti… l’apertura dei canali di vendita e l’attività commerciale per farci conoscere e cominciare a sbarcare il lunario.

Venti mesi dopo posso dire che abbiamo imparato così tanto che mi pare di aver parlato di sartoria tutta la vita E sono felice per quella decisione d’impulso, decisamente poco prudente e scandagliata nei dettagli… ce la stiamo facendo, lavoriamo sempre meglio e siamo un gruppo sempre più unito. E sono grata a tutti i professionisti che hanno voluto dedicarci del tempo per insegnarci a lavorare meglio, per avvicinarci a una sartoria di alto livello. E alle aziende da cui la materia prima di alta qualità che lavoriamo arriva – per loro sono scarti ma, strano a dirsi, è decisamente più facile scegliere la strada della discarica piuttosto che intessere relazioni sul territorio con chi a quegli scarti può garantire nuova vita.

Sara

Il restauro conservativo delle murature antiche

Dall’inizio del 2020 i lavori per il restauro della villa non si sono quasi mai fermati. Grazie a Ruggero e la sua squadra esperta e ben collaudata, a Flavio e alla lungimirante direzione dei lavori degli architetti Rigon e Simonetti siamo passati da un edificio che ad ogni nuova giornata di pioggia rischiava di collassare, a una struttura sana, sicura e pronta ad ospitare nuova vita.

È il momento di condividere qualche dettaglio sull’avanzamento dei lavori! Parola all’architetto Francesco Rigon: “In questo periodo si stanno concludendo i lavori di restauro conservativo delle murature antiche della barchessa [per ulteriori approfondimenti sul restauro conservativo eseguito, clicca QUI]. In alcuni spazi interni e in alcune parti delle facciate si è scelto infatti di non intonacare le murature, in modo tale da potervi leggere tutte le stratificazioni, i rimaneggiamenti e i precedenti restauri che hanno coinvolto l’antica struttura. In alcune murature si possono infatti riscontrare antiche finestre murate, travi e pilastri in legno (inglobati all’interno delle pietre e dei mattoni) che si suppone costituissero la struttura originaria della barchessa.

Dietro agli intonaci ammalorati si celavano infatti questi muri costituiti di pietre a spacco e mattoni a costituire una tessitura tutt’altro che nobile e ricca (come invece l’edificio voleva apparire). Nonostante questo si è dedicata molta cura al loro recupero (idrolavaggi ad altra pressione, rifugatura di tutti i giunti tra le pietre e i mattoni, pittura a calce – sagramatura – di protezione) per consentire a questi muri di tramandare la lunga storia di questo edificio e di chi nel tempo se ne è preso cura o ha voluto trasformarlo, come stiamo facendo noi oggi.”

Bruno intento a restaurare le antiche murature della barchessa.

Auguri dal Parco!

A metà strada tra Natale e Capodanno, ecco i due volti dei nostri auguri di buone feste! 

(NOTA BENE! Sono auguri da leggere con calma: questo messaggio non si autodistruggerà! Sono giorni per prendere fiato, scegliere quando fare le cose e quanto metterci, più del solito possibilmente. Tempi dilatati per non lasciarsi scappare i momenti tra le dita).

Il primo volto è quello di Rabee, che gli auguri ce li fa in arabo:

(Un grazie particolare va a google translator che in questa avventura quotidiana dell’imparare a conoscersi, comprendersi e sostenersi a vicenda, gioca ancora un ruolo essenziale! :-))
L’altro volto di questi auguri è quello della Signora di Motta, la storica Villa Donà. Carezza dopo carezza, è il volto ancora incredulo di una bellezza ritrovata, con l’amorevolezza che le riservano Flavio, gli architetti Margherita e Francesco e Ruggero, Bruno e Alfio. Rispettosi della sua fragilità, della sua luce malinconica, ogni giorno si dedicano a lei perché riprenda forza e si proietti al suo nuovo scopo.

In questi giorni il cantiere è silenzioso e il sole di queste giornate d’inverno crea fasci di luce d’incanto, un vero “spettacolo di bellezza” come ha detto una volta Leone, un bimbo della scuola materna di Motta di Costabissara che, con i suoi compagni, il parco lo conosce bene. In quest’occasione la Signora di Motta ci augura di non credere mai che sia finita e di dare fiducia al destinoIncontri sorprendenti sono sempre dietro l’angolo anche quando sembrerebbe tutto perduto. Ed è reciproco: l’incontro con lei ha allungato il nostro sguardo: ci sta facendo desiderare un risultato che continuerà dopo di noi, per il quale ci impegniamo senza riserve mettendo da parte dubbi e stanchezza, spronati dall’energia che si sprigiona quando capisci che “tutto questo ha un senso”.

Siamo felici di quel che sta accadendo e se mai non si fosse capito, gran parte della nostra felicità nasce dal poter condividere ogni passo con voi! Grazie di cuore per il supporto, il passaparola, i buoni pensieri che ci stanno rendendo sempre più “reali” agli occhi del territorio e sempre più fiduciosi in noi stessi e nel futuro.

Buona serata e ancora buone feste,
Sara e la squadra di Parco delle Stagioni

“Quelli dei gilet a Vicenza!”

Era giusto un anno fa quando ci siamo detti che per partire con serietà, per darci un tono e fare come chi se ne intende, avremmo fatto bene a scegliere un capo per noi rappresentativo, che sapesse raccontare chi siamo e quali sono le nostre peculiarità. 

Pensiero dopo pensiero, come un passo dietro l’altro un pò barcollante e incerto e poi sempre più convinto, ci siamo decisi: il nostro capo iconico sarebbe stato il gilet! 

Perché non richiede troppo tessuto e quindi si presta agli scampoli che abbiamo, perché diventa ancora più affascinante quando nasce dall’incontro sapiente di stoffe dai colori o fantasie diversi. Perché non corre dietro alle mode… se ha un buon design, è senza tempo. Perché è gender free e senza età! È bello in figura ma anche un pò oversize. 

Da quel momento di rivelazione in avanti ci siamo testati in lungo e in largo per arrivare al gilet che volevamo. Reverse engineering su gilet che ci piacevano, prove di indosso su fisicità diverse, test di abbinamento di tessuti senza esclusione di colpi: quando troppo facili, quando troppo audaci… e poi finalmente ben equilibrati.

Ne abbiamo prodotti a decine, faccenda impegnativa per una sartoria piccolina come la nostra. Moltissimi gilet ci sono piaciuti fin da subito, altri non del tutto: è il rischio che si corre nel farne uno diverso dall’altro! La capacità di immaginare migliora con l’esperienza.

C’è voluto del tempo perché il gilet iniziasse ad essere un capo selezionato dai nostri clienti. I primi a crederci? I titolari di Garibaldi Bistrot di Vicenza, con una commessa importante per i loro camerieri in sala e al bar. Un bel banco di prova per noi e un gran successo.

Così ora ci chiamano “quelli dei gilet a Vicenza”! …mai appellativo è stato più apprezzato! Da quella vetrina di lusso in poi, dai successivi incontri con persone che ci hanno detto “i gilet mi sono sempre piaciuti ma non avevo il coraggio di indossarli!” oppure “….ho sempre fatto fatica a trovarne di belli!” e poi si sono fatti fare il loro da noi… è nata la nostra più bella specializzazione.

…e da un paio di mesi i nostri clienti scelgono la stoffa per i loro gilet e i bottoni direttamente dal nostro magazzino! Senza costi aggiuntivi, un’esperienza divertente vissuta accanto alla nostra Alessandra, “l’esperta del magazzino”, per innamorarsi ancora di più (oltre un amore che è già sconfinato…) del proprio gilet unico e irripetibile.


Vuoi saperne di più? Passa a trovarci! Via Kennedy 19, Motta di Costabissara. Dal lunedì al venerdì, 9.30-13 e 14-18, oppure su appuntamento -> T. 353 3844770 (Sara).

21 Novembre, Festa degli Alberi

Ci chiamiamo “Parco delle Stagioni” e un motivo c’è.

Abbiamo scelto questo luogo perché ci sembrava il più adatto a ospitare i progetti che avevamo in mente, ma ce ne siamo davvero innamorati quando abbiamo capito che ancor più della villa e della sua barchessa era il parco il vero cuore, e anche l’anima… e anche i polmoni, di questo tesoro ancora sconosciuto.

Abbiamo scoperto un pò alla volta cosa questo luogo nascondesse. All’inizio era una selva oscura. Un intrico di rami e sterpaglie abbandonati, trascurati da decenni. Ma un pò per volta, un metro alla volta… un colpo di falce e uno di cesoia, la luce ha cominciato a farsi strada; alberi incredibili e centenari di cui non sapevamo l’esistenza, per noi sono nati in quel momento.

9.900 m2 di superficie ospitano splendide magnolie, aceri, carpini, ippocastani, gelsi, tigli… e poi ci sono cedri Lawson e del Libano, sequoie e metasequoie, ginkgo biloba, prunus e liquidambar.

Ora bonificata, quest’area sarà presto oggetto di restauro, con la creazione di sentieri e di aree recettive per eventi all’aperto, il ripristino del laghetto e della fontana a cui verranno consolidati gli argini.

Questa è diventata la nostra casa. C’è sempre una brezza gentile, e alberi secolari ci insegnano a vivere. A volte non serve andare lontano per raccogliere tutta l’ispirazione del mondo!

…21 Novembre, la Festa degli Alberi!

Shooting per Ida Tess a Parco delle Stagioni

Il cantiere si trasforma in un set fotografico!

È tempo di aggiornarti sugli sviluppi del cantiere e sulle attività della nuova Impresa Sociale.

Qui il bello che ci avvolge continua a sorprenderci: la sede ritrova forma e si rinforza (presto anche la barchessa avrà un tetto!), la squadra al lavoro cresce e si compatta; anche il nostro laboratorio tessile ha fondamenta sempre più solide e cresce la collaborazione con la scuola materna per il progetto dell’orto didattico. È un percorso complesso e serve tenere sempre accesa la luce all’orizzonte, quella del completamento dei lavori e dell’avviamento generale delle attività. Ci stiamo dando tanto da fare perché sentiamo che quello a cui arriveremo, prima o poi, sarà meraviglioso.

Eppure trovare parole felici è davvero difficile, se per altri in questo mondo la prospettiva del domani ora è così fragile, per chi oggi deve scappare, se ce la fa, salutando senza speranza chi resta per resistere… mentre noi manteniamo uno sguardo lungo e l’orientamento, ponderando ogni passo per rendere il percorso sensato e sostenibile, immaginiamo il prossimo futuro e il bello che accadrà. Cosa ne sarebbe se anche noi all’improvviso non ci potessimo più permettere di immaginare il domani?

Ci manca la spensieratezza ma siamo immensamente fortunati perché a noi restano la squadra, la speranza del domani, il progetto. E prima di quel 24 febbraio, l’inizio del conflitto in Ucraina, la nostra squadra era riuscita ancora una volta a dare il meglio di sé: una mattinata di scatti fotografici per promuovere il laboratorio di sartoria! E questa storia ve la voglio proprio raccontare.

Eravamo tantissimi, dai 2 ai 92 anni! Indossavamo una delle creazioni del nostro laboratorio (se non conosci IDA TESS, QUI maggiori info). Quel giorno volevamo raccontare il bello di stare insieme perché alla fine, di tante parole, ne resta sempre una ed è IN-TESSERE: fili, certo, ma soprattutto vite, relazioni favorevoli, dialoghi. 

La sede degli scatti? Il cantiere, naturalmente! E più precisamente il portico della barchessa e alcune stanze della villa con il loro fascino senza tempo.

Ci è venuto in aiuto un amico, Andrea Friso: ha messo a servizio la sua arte fotografica per catturare sguardi d’intesa, i nostri sorrisi, l’incertezza che è di chi si improvvisa modello per un giorno (ognuno di noi, quel giorno!), l’orgoglio di indossare un prodotto che è nato sotto i nostri occhi, dall’amore di chi se l’è inventato e di chi poi l’ha realizzato, il desiderio di farlo conoscere per dare respiro all’iniziativa.

Ecco una selezione di foto, ma un pò per volta le pubblicheremo tutte, sui social e nel sito dedicato a Ida Tess (ancora in elaborazione ma presto su questi schermi!)

Il negozio adiacente al laboratorio (via Kennedy 19, Costabissara) è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 18. Stiamo producendo soprattutto abbigliamento e accessori al femminile, ma siamo bravi anche nel “su misura” per uomo, donna e bambino. Ogni capo è unico e irripetibile, data la scarsità di tessuti uguali che è tipica di progetti come il nostro che utilizzano solo materiali di riciclo da fondi di magazzino e scarti di produzione. Questo è il numero per ricevere maggiori informazioni o riservarsi un appuntamento: 353 3844770. Passate a trovarci!

“Amici del Parco” in festa

Finirà che a trascorrere momenti in compagnia a Parco delle Stagioni ci prenderemo gusto! Ci aiutano queste radici che corrono eterne sotto i nostri piedi, e queste fronde intrecciate sopra le nostre teste. La natura ci mette in collegamento e stare insieme in armonia diventa la cosa più semplice del mondo. È stata una bella festa, dedicata a chi più di tutti ci ha supportato in questa partenza.

mela cotogna

“Antiche rarità al Parco delle Stagioni. La Signora Cotogna!” – La rubrica di Ally, 9° episodio

Cammino ai margini del campo per non calpestare la terra, mi sembrerebbe di rovinare il movimento dei cumuli naturalmente adagiati, pressandola; vedo in lontananza una luce, alzo gli occhi e un bell’albero con la chioma ampia appare laggiù. Puntinato di giallo luccicante. Mi avvicino, a terra c’è una mela cotogna!

Tra le mani la osservo, la rigiro, sembra fatta di ceramica. Per me è una prima volta da archiviare fra i ricordi dalla natura. La immagino dipinta in una natura morta da un maestro fiammingo o da Van Gogh. Trovo tante opere con la cotogna in primo piano, ne scelgo una di Van Gogh per condividerla con voi. Che ne dite?

Vincent Van Gogh, quadro su tela. “Natura morta con mele cotogne”.

Oggi vi lascerò qualche spunto per conoscere o riscoprire questo frutto, che ha tanta storia ma è quasi una rarità. Sono orgogliosa di poter dire che al parco delle Stagioni abbiamo un cotogno antico che sarà ben curato e valorizzato come si merita.

Scopro che in tutto il territorio italiano solamente pochi ettari sono dedicati a questa coltura, molti dei quali sono in Lombardia e Veneto. La cotogna è una mela gialla oro intenso, profumata, aspra; si mangia cotta. È il frutto del cotogno, uno dei più antichi alberi da frutto, coltivato già nel 2000 a.C. dai babilonesi.

Hanno due forme: la varietà a forma di mela è detta “mela cotogna”, mentre quella allungata è detta “pera cotogna”… come quelle nel quadro di Van Gogh.

Non vedo l’ora che arrivi il tempo della fioritura, verso fine aprile o inizio maggio, per ammirarne i fiori che sono bianchi o rosa, hanno 5 petali e corolle di 5-7 cm.

Conosciute sin dall’antichità, le mele cotogne per lungo tempo non vennero mangiate, ma destinate ad altri usi. Lo sapevate che le nostre nonne le usavano per profumare la biancheria? Il profumo è intenso ed è del tutto naturale.

Consumata cruda, risulta un po’ difficile da assaporare e, prima ancora, da addentare. Non si può dire che questo frutto sia molto appetibile e gustoso, ma una volta colto dall’albero a maturazione ultimata, il sapore migliora molto, soprattutto dopo qualche giorno. Chi non vuole proprio rinunciare alla possibilità di mangiarla fresca, può accompagnarla con del miele. È molto apprezzata per la preparazione di conserve, mostarde e marmellate.

Arrivata alla fine di questo piccolo viaggio nel giallo oro della cotogna, aggiungo delle parole di Salvatore Armando Santoro che scrive:

E corro ai giorni delle cose antiche
quando il piacer con poco si creava
bastava a volte un frutto di cotogna,
che il vecchio contadino ancora sogna.

Per approfondimenti:

Alla prossima, Ally

Parco delle Stagioni SRL Impresa Sociale: stradella Nh Donà snc, 36030 Motta di Costabissara (VI) – Unità Locale: Via Kennedy, 19, 36030 Motta di Costabissara (VI) – P IVA e CF: 04370200240 – Cap. Soc 10.000 € i.v.

In collaborazione con Al Brolo APS.

I lavori di rivalorizzazione della sede sono un progetto di Officina27 S.r.l.