16/10/2020

“Siamo nati sotto un cavolo?” – La rubrica di Ally, 8° episodio

"Siamo nati sotto un cavolo?" - La rubrica di Ally, 8° episodio

Osservo i cavoli dell’orto come se non li avessi mai visti prima. In effetti è così, non mi era mai successo di vedere il loro sviluppo dalla messa a dimora fino alla raccolta.

Se indossi gli occhiali di un bambino che scopre il mondo ti accorgi dell’invisibile. Osservi le foglie, le nervature, controlli se ci sono insetti, erbe infestanti, ti domandi come mai il cavolfiore ha solo foglie e nemmeno l’ombra di un ‘fiore’ (il corimbo), ondeggi percorrendo il fiume di domande che sgorga… e nel frattempo i tuoi occhi, più curiosi e liberi dei pensieri, si soffermano con stupore su un’ombra. Il cavolo scompare e vedi solo lei: una signora con il pancione! Grazie occhi ribelli! Sganci la testa e ti inoltri nel modo dei folletti dell’orto, esiste anche quello!

Anch’io torno bambina e, immedesimandomi in quel mondo straordinario, fantastico su una valigia adagiata in terra. La apro: dentro ci sono alcuni cavoli parlanti che sussurrano, ridono, mi fanno l’occhiolino… e, con grande educazione, mi suggeriscono qualche idea:

Conosci l’origine del modo di dire “starci come i cavoli a merenda”? Sai perché, quando ci cuoci, emaniamo un odore che resta addosso? Perché si racconta che i bambini nascono sotto le nostre foglie? Quante varietà di cavolo conosci? Lo sai che siamo degli ortaggi con mille proprietà utili per il sistema immunitario? Quali ricette conosci per gustarci, dalle zuppe al pasticcio, agli stufati? Sai che siamo buoni crudi e anche solo scottati?

Da che parte iniziare per parlare di loro? Cavoli! Sono indecisa. Riparto dalla figura ‘panciuta’ che diventa sempre più vera. Là sotto due occhietti che brillano mi fanno credere ci sia un bimbo… ma no, sono solo due gocce di rugiada! Sorrido, sono felice.

Perché si dice che i bambini nascono sotto i cavoli?

Una tra le storie più celebri raccontate ai bambini è quella dei cavoli sotto le cui foglie nascono i piccoli. Per molti secoli, nelle regioni dell’Europa centrale, il cavolo era l’unico alimento che durante l’inverno garantiva vitamine e minerali. Da sempre simbolo di fecondità e di vita, veniva raccolto dopo nove mesi dalla semina, ovvero da marzo a settembre, come il tempo di gestazione dei bambini. La piantagione e la raccolta dei cavoli erano affidati alle donne che venivano chiamate levatrici, proprio come quelle che aiutavano la futura mamma durante il parto, perché le contadine avevano il compito di recidere il “cordone ombelicale” che legava il cavolo alla terra; da qui la leggenda che i bambini si trovano sotto ai cavoli. (Cit. Giornale La Voce)

Arrivando al sodo, visto che non si vive solo di folletti e leggende, vi suggerisco due ricette con i cavoli per il fine settimana, per un brunch domenicale in famiglia:

E buon appetito! Ally

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