19/09/2023

Rivalorizzazione di una villa storica: il nostro approccio sostenibile

Rivalorizzazione di una villa storica: il nostro approccio sostenibile

In questi ultimi mesi il Parco ha iniziato ad essere luogo di incontro e condivisione e nel frattempo la ristrutturazione di villa e barchessa procede a ritmi serrati, e noi siamo sempre più felici. Alle spalle abbiamo quasi 4 anni di lavori senza sosta e ora la strada compiuta è ben più lunga di quella che ci aspetta. 

Ma da dove siamo partiti? Da un progetto di rivalorizzazione di un luogo del nostro territorio con l’obiettivo di renderlo la sede di un’iniziativa di carattere sociale. Per questo, se “Sostenibilità” oggi è una parola sulla bocca di tutti e per questo spesso è vuota di senso, a noi viene invece da pronunciarla con grande convinzione perché ogni giorno, ora su ora, lavoriamo per riempirla di esperienza e concretezza. 

Su questo tema… parola agli architetti!

“Il cantiere per il restauro e la ristrutturazione di Villa Donà può essere visto come un esempio di sostenibilità nell’accezione più atavica del termine. L’approccio sostenibile non è infatti demandato esclusivamente all’applicazione di isolamenti poliuretanici o dispositivi di controllo climatico, bensì ad un attento e paziente recupero e riutilizzo dei materiali costruttivi della fabbrica storica come ad un accurato progetto degli spazi aperti che contempla il recupero e il riutilizzo dell’acque meteoriche e l’utilizzo di pavimentazioni drenanti. Questi sono solo alcuni esempi di ciò che si intende per un approccio alla sostenibilità e alla transizione ecologica che, oltre all’innovazione tecnologica, volge lo sguardo alla tradizione.

Di seguito una sintesi del nostro approccio e delle azioni sostenibili messe in campo, o previste, nel progetto per il cantiere in oggetto:

1. La sostenibilità sta, in primo luogo, nelle intenzioni originarie del progetto: rigenerare una villa veneta di valore storico-culturale, riutilizzando e reinterpretando gli spazi preesistenti per adattarli a nuove attività e destinazioni d’uso che appartengano alla nostra epoca e alle sue esigenze. Questa scelta veicola la valorizzazione dell’edificio, come del piccolo centro abitato in cui questo è collocato, senza il minimo consumo di suolo.

2. Sostenibilità intesa come durabilità. Gli edifici della tradizione sono il primo esempio ante-litteram di sostenibilità: nascono per durare nei secoli, per adattarsi continuamente a nuovi usi (essendo solo in parte legati alla funzione per la quale sono stati costruiti), garantendo la possibilità di tramandare nel tempo i valori che li innervano, legati ad una cultura semplice e autentica.

Riutilizzare questi edifici e, nello specifico, reimpiegare nel restauro i materiali originari disponibili in loco, in una forma di up-cycling (più che re-cycling), significa scommettere sulla loro possibilità di continuare a resistere al tempo (la prima e più autentica forma di sostenibilità). Vecchi pavimenti in cotto sono stati riutilizzati per ricostruire le coperture, le cornici in pietra della villa sono diventate delle soglie per le nuove aperture o reimpiegati in nuove finestre. Tutti i mattoni provenienti dalle demolizioni di alcune murature divisorie sono stati puliti e riordinati con cura, così da poter servirsene non appena si presentava la necessità di ricucire un muro antico. Non solo i materiali di valore sono stati oggetto di riuso, ma anche il materiale proveniente da scavi o non più riutilizzabile troverà nuova vita come massicciata di sottofondo di parcheggi e aree esterne.

Riutilizzare i materiali antichi, nati per durare nel tempo significa ridurre lo spreco di energia connesso al cantiere, limitando i trasporti di materiali e le future manutenzioni.

3. Dove il degrado delle strutture antiche non era più sanabile, rendendo impossibile la conservazione della condizione originaria dell’edificio, sono stati impiegati in prevalenza materiali naturali e tradizionali come bio-intonaci a base di calce con inerti di origine alluvionale, in grado di risanare dall’umidità le murature antiche garantendone una durata e limitando, anche in questo caso, la necessità di manutenzioni e restauri e lo spreco di risorse ad essi connesso.

4. Recupero e riutilizzo di tutta l’acqua meteorica convogliata dalle coperture, attraverso pluviali e tubazioni interrate recapitanti in una vasca di raccolta a cielo aperto. La vasca di raccolta, non a caso, coincide con l’antica fontana circolare preesistente, prospiciente alla villa. Attraverso un suo recupero, la fontana diventerà il simbolo di un approccio attento alla transizione ecologica che innerva l’intero progetto: l’acqua raccolta verrà reimpiegata nell’irrigazione degli orti e delle coltivazioni e riutilizzata nell’impianto idrico-sanitario delle villa.

5. Utilizzo, nella rigenerazione degli spazi esterni di pertinenza, di pavimentazioni drenanti in ghiaino stabilizzato e nel parcheggio ad uso pubblico di asfalto ecologico caratterizzato da leganti naturali e da una colorazione chiara che evita le isole di calore generate dagli asfalti tradizionali.

6. Impiego di tecnologie per abbattere le emissioni di Co2 e risparmiare energia, quali fotovoltaico, coibentazione tramite contropareti interne isolate, impianti di riscaldamento e raffrescamento ad aria che consentono di limitare lo spreco di energia in spazi ad uso non continuativo.”

Architetti Francesco Rigon e Margherita Simonetti

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In collaborazione con Al Brolo APS.

I lavori di rivalorizzazione della sede sono un progetto di Officina27 S.r.l.