Autore: parcostagioni

“Siamo nati sotto un cavolo?” – La rubrica di Ally, 8° episodio

Osservo i cavoli dell’orto come se non li avessi mai visti prima. In effetti è così, non mi era mai successo di vedere il loro sviluppo dalla messa a dimora fino alla raccolta.

Se indossi gli occhiali di un bambino che scopre il mondo ti accorgi dell’invisibile. Osservi le foglie, le nervature, controlli se ci sono insetti, erbe infestanti, ti domandi come mai il cavolfiore ha solo foglie e nemmeno l’ombra di un ‘fiore’ (il corimbo), ondeggi percorrendo il fiume di domande che sgorga… e nel frattempo i tuoi occhi, più curiosi e liberi dei pensieri, si soffermano con stupore su un’ombra. Il cavolo scompare e vedi solo lei: una signora con il pancione! Grazie occhi ribelli! Sganci la testa e ti inoltri nel modo dei folletti dell’orto, esiste anche quello!

Anch’io torno bambina e, immedesimandomi in quel mondo straordinario, fantastico su una valigia adagiata in terra. La apro: dentro ci sono alcuni cavoli parlanti che sussurrano, ridono, mi fanno l’occhiolino… e, con grande educazione, mi suggeriscono qualche idea:

Conosci l’origine del modo di dire “starci come i cavoli a merenda”? Sai perché, quando ci cuoci, emaniamo un odore che resta addosso? Perché si racconta che i bambini nascono sotto le nostre foglie? Quante varietà di cavolo conosci? Lo sai che siamo degli ortaggi con mille proprietà utili per il sistema immunitario? Quali ricette conosci per gustarci, dalle zuppe al pasticcio, agli stufati? Sai che siamo buoni crudi e anche solo scottati?

Da che parte iniziare per parlare di loro? Cavoli! Sono indecisa. Riparto dalla figura ‘panciuta’ che diventa sempre più vera. Là sotto due occhietti che brillano mi fanno credere ci sia un bimbo… ma no, sono solo due gocce di rugiada! Sorrido, sono felice.

Perché si dice che i bambini nascono sotto i cavoli?

Una tra le storie più celebri raccontate ai bambini è quella dei cavoli sotto le cui foglie nascono i piccoli. Per molti secoli, nelle regioni dell’Europa centrale, il cavolo era l’unico alimento che durante l’inverno garantiva vitamine e minerali. Da sempre simbolo di fecondità e di vita, veniva raccolto dopo nove mesi dalla semina, ovvero da marzo a settembre, come il tempo di gestazione dei bambini. La piantagione e la raccolta dei cavoli erano affidati alle donne che venivano chiamate levatrici, proprio come quelle che aiutavano la futura mamma durante il parto, perché le contadine avevano il compito di recidere il “cordone ombelicale” che legava il cavolo alla terra; da qui la leggenda che i bambini si trovano sotto ai cavoli. (Cit. Giornale La Voce)

Arrivando al sodo, visto che non si vive solo di folletti e leggende, vi suggerisco due ricette con i cavoli per il fine settimana, per un brunch domenicale in famiglia:

E buon appetito! Ally

“Mattone, amore e fantasia”

Due chiacchiere con Ruggero Sartori di Edil Gimmy Srl

Al volante della sua auto, fermo a un semaforo, aveva un chiodo fisso: come sarebbe riuscito a restaurare le capriate in legno a doppia testa della cupola di Villa La Rotonda? Ecco il primo bel grattacapo di Ruggero Sartori, impresario di Edil Gimmy oggi alle prese con la storica Villa Donà di Motta. Come si concluse quella vicenda?! Con un’illuminazione che causò una partenza avventata da quell’incrocio… così l’auto finì al macero ma l’inghippo sulla cupola venne brillantemente risolto.

Al tempo dei lavori in Villa La Rotonda, Ruggero aveva solo 19 anni e quello era un incarico di grande responsabilità. Molti altri ne seguirono: conoscete ad esempio il Castello del Principe Gonzaga, nei pressi del monastero delle suore di clausura di Monte Berico? Celebre perché vi soggiornò anche il Gen. Luigi Cadorna, comandante supremo dell’esercito Italiano.

Ruggero ha preso parte anche ai lavori di restauro di Palazzo Trissino-Lanza, in Contrà Riale a Vicenza, e di Villa Chiericati-Lambert di Longa di Schiavon (VI). Ci racconta che la villa ha un’anima musicale: al suo interno sono state allestite sale studio e di registrazione, gestite in collaborazione con la Fenice di Venezia. A Motta di Costabissara ora Ruggero si sta occupando della prima fase di restauro della villa, la sua messa in sicurezza: fondazioni, demolizioni di tutte le parti degradate, il nuovo tetto, i ponteggi.

Restauri e ristrutturazioni sono senza ombra di dubbio il lavoro della sua vita, costruito mattone su mattone, con dedizione e grande inventiva e presidiando di persona tutti i suoi cantieri. Ci dice: “Se pension o non pension?! …mi digo, moro in cantiere!” Allora noi al Sig. Ruggero auguriamo lunga vita!

Ruggero Sartori, Edil Gimmy srl
zucche di parco delle stagioni

“Ode alla Zucca!” – La rubrica di Ally, 7° episodio

Quando ho iniziato la mia avventura nell’orto di Parco delle Stagioni non avevo la più pallida idea di come si coltivassero gli ortaggi; ammetto che fino al giorno prima non avevo mantenuto in vita nemmeno una piantina di basilico. Ma senza pensarci ho accettato la sfida: sono salita sul treno e via, mi sono goduta il viaggio! Curo gli ortaggi con tutto l’amore che conosco… e con un occhio di riguardo per il ‘reparto zucche’. Per loro il mio amore cresce oltre confine: le trovo esteticamente incantevoli e in cucina irresistibili! Come per un bel dipinto, anche per un campo di zucche contano toni, ritmo e la nostra capacità di osservare: il loro arancione è nello spettro dei toni dell’autunno, un colore affascinante, accogliente e rilassante; il loro ritmo è quello della maturazione che allena all’attesa; l’osservazione ci permette di capire quando è matura. Osserva il picciolo, è secco? Prova a scalfire la scorza: non ci riesci? Se in entrambi i casi la risposta è SI, la tua zucca è matura.

Vado molto fiera delle zucche che ho raccolto al parco, sono buonissime! L’anno prossimo ne coltiveremo molte di più; il terreno è ottimo e le varietà da sperimentare molteplici.

Per definire l’emozione che provo quando vedo una zucca di Parco delle Stagioni, Pablo Neruda mi suggerisce le parole con la sua ‘Ode al giorno felice’:
“Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.”
(Fonte: qui)


E io proseguo aggiungendo…
“Succede solo che sono felice!
Sono felice in un campo di zucche,
vedo forme naturali perfette, nella loro imperfezione.
Immagino il colore caldo della zucca, il sapore rotondo,
e la sensazione inebriante del risotto preparato dalla nonna Maria,
che nutre l’anima con il suo smisurato amore,
l’unico ingrediente che ha il sapore dell’eternità.” (Ally)

Passando ad argomenti più goderecci, sappiate che la zucca si presta a tantissime ricette per tutto l’autunno. La vellutata, ad esempio, è considerata un comfort food che fa bene al cuore e alla mente perché contiene molto magnesio, un miorilassante naturale che facilita la distensione dei muscoli. Inoltre la zucca si conserva a lungo, quindi se decidete di comprarla in questo periodo potrete mangiarla fra almeno due mesi. Se volete invece conservarla in freezer tagliatela a pezzi e fatela bollire. Potrete cucinarla in molti modi: al vapore, bollita, in padella o al forno, l’importante è che si ammorbidisca. I semi non si buttano, lavateli molto bene e asciugateli. Metteteli poi in un’essiccatrice o lasciateli seccare al sole.

Ecco un link con approfondimenti interessanti e tante ricette. E se non foste ancora sazi, qui altre 10 ricette per i vostri dolci a base di zucca.

Buon appetito!

Ally

“La saggezza dell’Albero” – La rubrica di Ally, 6° episodio

Buongiorno albero! Come ti vedo oggi non ti ho mai visto: la luce ti sfiora e illumina i segni che porti con dignità. Sono delle cicatrici. Mi racconti che sono segni di corde… per orgoglio non le ostenti. Ti ascolto, sono tutta cuore, parlami! “Ero giovane quando mi legarono, al tempo non conoscevo nulla del mondo, non sapevo che la pioggia marcisce, il vento sradica e le giovani radici spesso non resistono alle avversità del tempo. Ero forte e la mia corteccia perfetta, il sole mi scaldava e io ero raggiante nella mia perfezione. Ma un giorno mi ritrovai legato e arrabbiato, ferito da una disciplina che non avevo cercato. 

Per raccontarti cosa poi è accaduto, come il mio destino si sia trasformato, attingo da antiche memorie: lo sai che la parola CICATRIX ha come radice CINGERE, cioè “legare attorno”? Significa connettere i tessuti circostanti la ferita, rimasti illesi, capaci di partecipare alla sua guarigione (fonte: qui). Le vedi allora queste cicatrici? Rappresentano la mia guarigione! Decisi infatti di  trasformare la rabbia in energia rigenerativa. Capii che il mio problema era un’opportunità per tirare fuori la mia forza e capire come prendermi cura di me stesso. Così continuai a crescere più radicato di prima, mi piegai magari un po’ ma senza mai spezzarmi. 

Ora guardo la mia cicatrice e mi sento coraggioso: convivo con essa come con la natura che mi circonda. Questo sono io! Sono felice che sia grazie ad essa che mi hai notato, non per la mia altezza o per le mie foglie. Cara Ally, io ho fatto del mio meglio per rigenerare la mia corteccia, fino a capire che in questo mio operare ho migliorato me stesso. Non stancarti mai di rivedere le tue idee, di porti dubbi e domande sulla vita, l’apertura mentale non genererà mai una ferita!’

Motivata da questo racconto inaspettato, ho poi indagato su quali tecniche un albero utilizzi per difendersi dalle aggressioni. Ecco un estratto di un articolo sull’argomento: “Gli alberi non riparano le ferite. (…) Se sbuccio un albero, anche solo una piccolissima interruzione della sua corteccia, ho creato un danno permanente: il tessuto lesionato sarà perduto per sempre, e preda in breve tempo di funghi ed ogni altro insetto lignivoro. Ma l’albero è in grado di isolare il tessuto lesionato in un’area confinata, preservando i tessuti sani e vitali (…)  L’albero attiva 4 diverse barriere: le prime tre sono costituite da aggregati chimici, già depositati nel legno, con funzioni antisettiche. Hanno la funzione di rallentare l’avanzata del marciume. (…) In altre parole l’albero prende tempo, di cui dispone in abbondanza, e quindi lo impiega a suo favore. La barriera numero 4 è il prodigio dell’albero: si tratta di un tessuto nuovo, sullo strato più esterno del legno vivo, in grado di bloccare l’avanzata dei patogeni: separerà per sempre tutto il legno lesionato dal nuovo legno che l’albero produrrà da quel momento in avanti.” 

Per approfondimenti: https://www.potatura-alberi-treeclimbing.it/come-si-difende-un-albero

Alla prossima, Ally

“L’eleganza del Cencio” – La rubrica di Ally, 5° episodio

Una pausa dal lavoro nell’orto e scopro “la forza creativa” anche in un’erba che avrei pensato senza valore; perché, quando si tratta di natura, prima o poi scopri che TUTTO ha valore, è parte vitale di un organismo in perfetto equilibrio.

Il mio sguardo è caduto proprio lì, limpido e puro, scevro da pregiudizi. È il cencio molle! Mi sorprendo nel vederlo per la prima volta con occhi interessati. Poi scopro che questa elegante forma vegetale appartiene a un’erba fra le più temute per la sua abilità infestante; Abutilon Theophrasti Medicus, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Malvaceae, nota soprattutto per essere, appunto, un’infestante del mais. Infestante si, ma con passione: ha i semi a forma di cuore 🙂

La studio, la fotografo, corre la fantasia. La sua forma mi ricorda tante cose: una corona reale, un soffice cuscino, un anello di fidanzamento, una tazza, una poltrona, la fantasia di una stoffa, una lanterna… e la vostra immaginazione dove vi conduce, guardandola? 

Così con due passi nel parco, un po’ di relax nella natura, uno sguardo attento a scorgere la bellezza, la mia pausa dall’orto si trasforma in un viaggio nella fantasia che non ha limiti né di tempo né di spazio; un viaggio che non costa niente e che mi arricchisce di immagini colorate.

Queste esperienze insegnano che il processo creativo si scatena semplicemente accettando, senza pregiudizi. Così anche una cosa che altrimenti giudicheresti senza valore diventa trampolino per un tuffo profondo in una mare sconfinato. Per guardare, ho indossato ‘gli occhiali di un bambino’; ho un piccolo grande maestro in questo momento nella mia vita, mi sta insegnando che la strada verso la felicità si raggiunge attraverso la semplicità. È un’esperienza che auguro quotidianamente a tutti: viaggiare con la fantasia osservando la semplicità.

Leggo che altre culture più lungimiranti della nostra, oltre i suoi difetti, ci vedono alcuni importanti pregi e usano questa pianta a scopo alimentare e nel tessile. Vuoi saperne di più? Ho trovato questo articolo che mi è sembrato interessante.

Alla prossima, Ally

equiseto

“Equiseto… E qui sei tu!” – La rubrica di Ally, 4° episodio

Buongiorno equiseto, come sei bello questa mattina! Ti sei agghindato con perle di rugiada per attirare la mia attenzione? Ti conosco da poco ma ho scoperto molte cose su di te: sei tra gli organismi più antichi della terra. Quanta storia hai nel tuo DNA, potresti raccontare il mondo! Sei diventato per me un simbolo di resilienza, altro che erba infestante!

Oggi ti conosco in una veste natalizia, perché tu sfoggi lucette tutto l’anno! E perché no? Dove sta scritto che le lucette sono belle solo a Natale? In fondo i pensieri d’amore e di buon augurio sono meravigliosi sempre.

Il sole fa brillare le gocce che stanno ferme immobili sulla punta delle tue foglie. Non mi sarei aspettata di entrare in orto e cadere innamorata di un equiseto! È roba da matti? E che problema ci sarebbe: io qui sto bene, nulla conta di più.

Vi auguro un buon venerdì sera e un fine settimana all’insegna delle scoperte, quelle inaspettate, invisibili, che ci toccano l’anima e ci fanno tanto approfondire lo sguardo quanto portarlo alto all’orizzonte.

Per concludere, “la bellezza è dovunque. Non è lei che sfugge ai nostri occhi, sono piuttosto i nostri occhi che non riescono a scoprirla.” Auguste Rodin.


Il nome Equisetum significa “crine di cavallo”: fu il medico greco Dioscoride Pedanio, che esercitò a Roma ai tempi dell’imperatore Nerone, a descrivere questa pianta. Veniva usata come diuretico e antiemorragico.

Per gli amanti dell’orto, un link di approfondimento sulle proprietà dell’equiseto e la ricetta per fare il decotto e il macerato: https://www.terranuova.it/Il-Mensile/Rinforza-e-fertilizza-le-tue-piante-con-l-equiseto

Alla prossima puntata,

Ally

equiseto

“In caduta libera” – La rubrica di Ally, 3° episodio

Oggi, mercoledì 2 settembre, giorno di luna piena, piove. Sono al parco, la pioggia regala diverse sfumature di colori e profumi. Il ticchettio sulle foglie batte ritmico, le foglie cadranno spinte dalle gocce di pioggia per unirsi in compagnia alle altre già al suolo. Che faranno tutte insieme? Semplice, si reinventano una nuova vita: si prenderanno cura della terra del parco, si trasformeranno piano piano in humus, nutriranno l’albero e rinasceranno fiore o foglia? Chi lo sa, di certo vivranno un lungo viaggio e si risveglieranno più forti, nuove e sagge. Amo il Parco delle Stagioni, è generoso di idee e immagini oniriche. A presto.

‘La foglia di un albero è lo sforzo senza fine della terra di comunicare con il cielo.’ (Rabindranath Tagore)

Colorate e bellissime sugli alberi, le foglie quando cadono sono utili per ottenere un terriccio di qualità: l’humus! La decomposizione dei resti organici attraverso cui si forma l’humus è uno dei più importanti processi che si compiono nella biosfera. Se vuoi conoscere qualcosa in più sulla formazione dell’humus e la vita nel suolo, ti propongo questo link

Ally

“Dal cuore della Terra” – La rubrica di Ally, 2° episodio

Si dissoda la terra come si faceva una volta con la forza, il sudore e… qualche battuta per alleviare la fatica. Fatica che viene ricompensata con un grande cuore che sbuca quasi per magia… e per la forza delle braccia di Nicola!

Con un po’ di sorpresa abbiamo accolto il regalo come un messaggio dal parco: ‘vi dono il mio cuore perché mi state curando con amore e simpatia, siete sulla buona strada, continuate così! Fra qualche settimana indosserò il vestito dell’autunno, avrò colori intensi per un po’,  le foglie cadranno e un altro lavoro di braccia vi attenderà, per la vostra salute e forma fisica! …altro che palestra! Munitevi di rastrelli e carriole.’

Ally


Nicola, parte della squadra. Neolaureato, apprezza la gavetta del “rimettere in sesto” lavorando alla sistemazione del luogo dentro e fuori; nel frattempo studia il piano d’azione, con l’obiettivo di partecipare allo sviluppo dell’impresa come referente dell’area agricola.

“Segnali dal cielo” – La rubrica di Ally, 1° episodio

Durante una delle primissime visite al parco:
Un raggio di sole illumina il luogo che diventerà l’inizio di una nuova avventura. Non si vede nulla oltre la selva di piante e boscaglia infestante, resto abbagliata dal raggio di sole che cade perpendicolare al suolo come la spada nella roccia. È un segno, serve fiducia… e il sogno inizierà a diventare realtà qualche mese dopo.


‘Bisogna avere un cuore capace di pazientare; i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo. (San Francesco di Sales)”

Ally

Al via “La rubrica di Ally”

Ally: un nome un mistero… la fatina dell’orto? E chi mai sarà? Questa rubrica racconta i suoi pensieri in libertà!

All’incirca un episodio a settimana, per scoprire l’esperienza di una ex contabile per professione con gambe lunghe per ballare, mani da artista e sguardi da fotografa, che ora dedica le sue mattine alla terra e alle meravigliose scoperte di un orto che germoglia, matura e nel tempo si rinnova.

Parco delle Stagioni SRL Impresa Sociale: stradella Nh Donà snc, 36030 Motta di Costabissara (VI) – Unità Locale: Via Kennedy, 19, 36030 Motta di Costabissara (VI) – P IVA e CF: 04370200240 – Cap. Soc 10.000 € i.v.

In collaborazione con Al Brolo APS.

I lavori di rivalorizzazione della sede sono un progetto di Officina27 S.r.l.